Alcune considerazioni sulle costruzioni efficienti nel nostro paese

Nell’attuale situazione di profonda crisi in cui versa il nostro paese, e soprattutto il mondo delle costruzioni, l’unica nota positiva è rappresentata dal mondo delle costruzioni efficienti e delle energie rinnovabili applicati agli edifici, che anche nel 2011 hanno registrato un vero boom di investimenti. E’ quanto è emerso da una ricerca condotta dal Cresme e presentata lo scorso 24 gennaio a Monza. In realtà ciò non fa altro che palesare una tendenza che si era già manifestata nel  nostro mondo, che ha visto prima tutte le imprese produttrici di materiali impegnate in più o meno efficaci operazioni di “green washing”, per poi registrare un sempre maggiore interesse nei campi dell’efficienza energetica da parte di tutti i professionisti operanti nel campo delle costruzioni. E qui purtroppo che, a mio parere, si registrano le maggiori note dolenti. Il nostro mondo professionale, in cui più che le reali capacità vale principalmente la capacità di sapersi “vendere” bene,  è stato improvvisamente preso d’assalto da esperti bioarchitetti o da valenti riqualificatori energetici, capaci di sapere proprio tutto su fotovoltaico ed affini. Un settore e delle sensibilità fino a qualche anno fa appannaggio di pochi pionieri diventati improvvisamente patrimonio comune. In generale è senz’altro una tendenza positiva: ogni passo verso costruzioni più efficienti  non può che essere visto con favore. Peccato però che, appena si va un po’ più in profondità, si scopre come, per molti, questa conversione e rinnovata attenzione alla sostenibilità si riduca tutto sommato ad una semplice operazione di marketing esterno. E così basta aver partecipato a qualche convegno per ritenersi esperto di rinnovabili, utilizzare qualche foglio di sughero per pensare di realizzare edifici biologici, inserire qualche pannello fotovoltaico in copertura per pensare di essere dei veri profeti delle costruzioni a consumo zero. Questa superficialità di fondo, che trovo da sempre tipica nella nostra professione, finisce inevitabilmente per svilire quanti invece si impegnano quotidianamente nel campo dell’efficienza energetica e della sostenibilità, che costantemente si sottopongono alla frequentazione di corsie master per accrescere le loro competenze nel settore.

Questo assunto è ancor più manifesto nelle costruzioni di una certa rilevanza, dove la fama del professionista fa mettere in secondo piano ogni verifica delle reali competenza. Personalmente ho avuto occasione di toccare con mano in più occasioni questa triste realtà quando, nella mia attività di consulente ANCE, sono stato chiamato da alcuni colleghi a svolgere attività di audit. In tutti i casi infatti sono stato messo davanti ad un progetto già definito ed in larga parte concluso, chiedendomi a questo punto quali passi bisognava seguire per poterlo certificare in classe A o secondo le direttive LEED. Mostrando dunque di non aver capito praticamente nulla circa gli edifici efficienti o sostenibili. Non si tratta di “un di più”, di un semplice bollino da poter apporre. Progettare edifici efficienti e green vuol dire cambiare completamente il modo di concepire e di progettare, vuol dire improntare da subito, dalla fase di ideazione, i principi di massima efficienza, e prendere ogni decisione sulla base di ciò.

Senza questo cambio di mentalità costruiremo solo degli ibridi, costosi e che riescono solo in piccola parte a raggiungere gli scopi per i quali sono stati pensati.

Riusciremo a raggiungere ciò?

 

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