Impianti fotovoltaici e territorio: sono davvero così incompatibili?

Come mai, nonostante gli ambiziosi programmi di produzione di energia alternativa fissati al nostri paese dalla Direttiva Europea per il 2020, i progetti di installazione di impianti fotovoltaici nei centri abitati spesso  vengono rigettati dalle Sovrintendenze? Come fare a superare questa annosa situazione che si trascina da sempre, nonostante i piccoli impianti sugli edifici siano agevolati in ogni modo dalla normativa regionale?

La difficile questione è stata al centro dell’importante convegno su “Impianti Fotovoltaici e Paesaggio” che si è tenuta lo scorso 13 marzo 2012 presso il Palazzo della Provincia a Prato, al quale abbiamo avuto la fortuna di partecipare. Se, come era prevedibile, non è stato possibile dare una risposta definitiva al quesito di fondo, la qualificatissima platea di oratori e partecipanti ha permesso comunque di fare un bel punto sullo stato dell’arte.

Il primo elemento emerso è che, dopo anni di contrapposizioni e di muro contro muro, adesso Regione e Soprintendenza quantomeno si parlano e cercano di arrivare a qualche punto in Comune. Così si spiega la collaborazione fattiva intervenuta nella messa a punto della Cartografia del Piano di Indirizzo Territoriale e nell’individuazione delle zone in cui l’istallazione di impianti fotovoltaici è sconsigliata.

L’intervento del Sovrintendente ai Beni Architettonici Alessandra Marino è stato uno degli interventi più attesi. Allacciandosi alla generale richiesta, emersa in quasi tutti i contributi, di arrivare a “regole certe”, essa ha ammesso come talvolta la diversa formazione e sensibilità del personale delle Sovrintendenze, che non viene rinnovato ormai da molto tempo, ha dato adito in passato a pareri del tutto contrastanti fra loro. Per cercare di ridurre in futuro simili contraddizioni, con interventi simili bocciati od accettati solo in virtù del diverso tecnico che lo istruisce, ha annunciato la creazione di un tavolo di lavoro interno, che permetta di elaborare una casistica-tipo da applicare nel concreto. Circa gli interventi, mentre l’inserimento nelle zone degradate o nei tetti di edifici industriali è sempre da incentivare, rimane l’annoso problema dell’inserimento nelle zone vincolate. In linea generale la Soprintendenza tende a bocciare tutte le soluzioni che prevedano l’utilizzo di elementi “ibridi” (come le “tegole fotovoltaiche”) o simil – kitsch (come gli “alberelli fotovoltaici”). La dottoressa Marino, e dopo di lei la dott.sa Del Buono della Direzione Regionale del Ministero dei Beni Culturali, hanno invitato a vedere gli impianti fotovoltaici come stimolo progettuale, come elemento che può servire a connotare la nostra epoca architettonica. Non più dunque semplici applicazioni o semplicistici inserimenti prendendo come unico vincolo progettuale quello tecnico, ma osare articolazioni integrate innovative.

Tra gli esempi illustrati alcuni parchi fotovoltaici caratterizzati da una linea che riprende quella dei tradizionali filari viticoli:  linee parallele di limitata larghezza, che corrono seguendo le linee di livello con pali semplicemente infissi nel terreno.

Gli assessori Regionali Anna Rita Bramerini (energia) ed Anna Marson (Urbanistica) hanno anch’essi messo in evidenza il carattere interdisciplinare delle “Linee guida per il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio degli impianti fotovoltaici a terra”, attualmente in discussione al Consiglio Regionale. Lo stesso iter di formazione, con la compartecipazione di tecnici dei diversi assessorati e della Soprintendenza, sarà seguito anche nella formazione analogo strumento per gli impianti eolici e per le centrali a biomassa.

L’assessore Bramerini ha comunque sottolineato l’urgenza di arrivare ad una regolamentazione certa, in quanto la scadenza prevista per il 2020, in caso di inadempienza, porterà  a gravi sanzioni economiche per i contribuenti. Ed il raggiungimento dei valori di produzione fissati per la Toscana a quella data non è così semplice: secondo i suoi dati, sarà necessario arrivare ad un raddoppio di produzione di energia alternativa rispetto a quella odierna. Quindi gli impianti di produzione fotovoltaica, lo si voglia o no,  entraranno sempre di più a far parte del nostro paesaggio.

L’introduzione di regole certe è quanto richiesto anche dai sindaci, rappresentati dal Presedente Vicario Toscano, Sabrina Sergio Gori. Essa ha lamentato come i comuni si trovano stretti, da una parte, dalla necessità di aumentare la produzione di energia rinnovabile, e dall’altra dalla preservazione del territorio e delle bellezze naturali. Con la normativa attuale che tutela strettamente precise zone di territorio e, con i cosiddetti “coni visivi”, anche ampie zone fino a poco tempo fa escluse, i margini di manovra in loro possesso sono assai ridotti ed incerti. Questo porta ad una generale situazione di “imbarazzo” di fronte ai propri concittadini, che sarebbe adesso il momento di superare.

Il pomeriggio, con l’intervento di tutti gli organismi interessati (in primis i costruttori, con l’ex presedente ANCE Toscana Varia, ed i sindaci tramite il Sindaco di Scandicci Gheri, ma anche Energy manager, architetti e semplici cittadini) la discussione ha permesso di toccare tutti gli aspetti pratici quotidiani e le specifiche difficoltà. Speriamo che, visto il clima di generale disponibilità registrato, questo convegno possa permettere di dare una accelerazione  alla messa di punto di regole certe e condivise, capaci di permettere di conservare il territorio, difendersi dalla speculazione (che ha portato alla quasi scomparsa in ampie zone della Toscana delle tradizionali produzioni agricole) e raggiungere i necessari valori di energia rinnovabile che la stessa terra, prima ancora che l’Unione Europea, ci richiede.

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