La green economy batte la crisi
Secondo il rapporto di Unioncamere e Fondazione Symbola oltre un terzo delle assunzioni programmate nel 2012 è stato garantito dalle aziende ecologiche. Almeno un quarto di queste, inoltre, crede nella riconversione in termini di sostenibilità. E la rivoluzione verde riguarda tutta l’Italia, da nord a sud.
La disoccupazione in Italia ha raggiunto il 10,6%. Una percentuale destinata a salire nel 2013 di quasi un altro punto. Un quadro a tinte fosche quello dipinto dall’ultimo rapporto Istat. Ma c’è un settore che sembra poter invertire questa tendenza o che in qualche modo pare tracciare un sentiero per ripartire. È la Green Economy, l’impresa verde. Secondo i dati presentati nel rapporto Green Italy 2012 di Unioncamere e Fondazione Symbola, realizzato con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, infatti le assunzioni nei settori “verdi” dell’economia sono in forte crescita, raggiungendo picchi del 38,2%, oltre un terzo del numero complessivo delle assunzioni programmate (stagionali inclusi) da tutte le imprese italiane dell’industria e dei servizi. Un vero boom quello del settore verde dell’economia in cui crede almeno un quarto delle imprese italiane: il 23,6% infatti punta su una riconversione in termini di sostenibilità per superare la crisi in atto.
Una “peculiarità” dell’industria italiana che non solo fa bene all’ambiente, ma stimola la crescita. Stando allo studio di Unioncamere, infatti, sono tante le imprese italiane che puntano sulla “riconversione in chiave ecosostenibile dei comparti tradizionali”: dalla chimica alla farmaceutica all’high-tech, passando per l’agroalimentare e l’industria tessile e l’edilizia, fino ai servizi, senza dimenticare rinnovabili e rifiuti. Per Symbola e Unioncamere si tratta di una “rivoluzione verde che attraversa il Paese da nord a sud, tanto che nelle prime 10 posizioni per diffusione delle imprese che investono in eco-tecnologie ci sono 4 regioni settentrionali e 6 del centro-sud”. A guidare la classifica la Lombardia con 69 mila eco-imprese diffuse sul suo territorio; al secondo posto il Veneto con quasi 34 mila aziende verdi, al terzo il Lazio con 33 mila. E poi a seguire l’Emilia-Romagna, la Campania, la Toscana, il Piemonte, la Sicilia, la Puglia e le Marche. E i risultati sono eccellenti anche per quanto riguarda l’apertura del mercato del lavoro. “Sul totale di 631 mila assunzioni complessive programmate, 241 mila sono ascrivibili ad imprese che credono nella green economy; delle 358 mila imprese che hanno investito negli ultimi tre anni in tecnologie green, ben il 20% prevede nel 2012 di assumere” si legge nel rapporto. Questo promettente risultato è dovuto al fatto che ben “il 37,9% di queste imprese ha introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011, contro il 18,3% delle imprese” meno verdi, dicono da Symbola. Lo stesso vale per la propensione all’export: il 37,4% vanta presenze sui mercati esteri (contro il 22,2% di chi non investe nell’ambiente). E per rientrare nelle politiche green dell’Unione Europea, ma anche per tentare di rilanciare l’economia italiana è necessario passare da qui: “Per far ripartire il Paese non basta fronteggiare la crisi – spiega il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci – Bisogna scommettere su un incrocio tra la vocazione italiana alla qualità e la forza del made in Italy”. Secondo il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, “l’economia verde può rappresentare una chiave strategica per superare questa lunga crisi, uscendone in grado di costruire un futuro più sostenibile”, per il ”laboratorio verde dell’Italia di domani”. D’accordo anche il ministro delle Politiche Agricole Mario Catania che durante le presentazione del Rapporto ha sottolineato: “Le aziende hanno capito qual è il futuro del nostro Paese. Il modello di sviluppo da costruire deve puntare sulla compatibilità di ambiente e territorio”.
Fonte: La Repubblica