“L’Italia consuma 4 volte le risorse ambientali di cui dispone”. Orlando spinge la Green economy
l ministro dell’Ambiente illustra la sua ricetta per “riuscire meglio in questo modo a resistere alla crisi e a intercettare la ripresa”. E fa i numeri: 3 milioni di lavoratori, 328 mila aziende nel comprato verde
Ormai il termine “opportunità” comincia a diventare stretto alla green economy: fa pensare a un miglioramento possibile, a un’opzione fra tante. Ma, secondo il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, è difficile immaginare un’uscita dalla crisi senza una scommessa forte sull’ambiente e sulla qualità della vita come motore di sviluppo. In un quadro europeo segnato dai paletti dell’efficienza, del recupero di materie prime e di energia, di difesa del benessere dei cittadini, l’economia green appare una necessità più che un’opzione.
”L’Italia è un Paese che consuma quattro volte le risorse ambientali di cui dispone, per cui non potrà competere sulle quantità ma dovrà farlo soprattutto sulla capacità di utilizzare meglio le risorse di cui dispone. L’Italia green lo sta già facendo e ha dimostrato di riuscire meglio in questo modo a resistere alla crisi e a intercettare la ripresa”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando di fronte alle cifre snocciolate dal rapporto GreenItaly, presentato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere.
Numeri che mostrano un percorso che si sta già consolidando, anno dopo anno: 3 milioni di green jobs; 328mila aziende italiane (il 22%) dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente che dal 2008 hanno investito in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia; il 38% di tutte le assunzioni programmate nell’industria e nei servizi che vengono da quel 22% di aziende. Dunque non un comparto verde, ma un modo di intendere l’efficienza e la competitività su scala globale facendo forza sulle radici locali.
Scorrendo l’elenco dei settori che investono green con più convinzione si trovano infatti proprio quelli che trainano il made in Italy: il comparto alimentare, quello agricolo, il legno e il mobile, la fabbricazione di macchine ed attrezzature, il tessile, l’abbigliamento, le calzature e pelli.
“L’Italia ce la può fare scommettendo sull’innovazione, la ricerca, la qualità, la green economy, per rinnovare il suo sapere fare, la sua vocazione imprenditoriale e artigiana”, afferma Ermete Realacci, presidente di Symbola. “La prossima Expo di Milano, pensata dopo la crisi, può essere anche la prima esposizione mondiale della green economy”. L’economia verde ormai non gioca più in difesa ma all’attacco, e l’appuntamento degli stati generali alla Fiera di Rimini il 6 e il 7 novembre, promossi da 66 associazioni di impresa e dal ministero dell’Ambiente e coordinati dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, dimostrano che è arrivato il momento di fare bene i conti. Una parte dell’inquinamento è ancora sovvenzionato: una tassa pesante per tutto il paese.
Fonte: La Repubblica