Strategia Energetica Nazionale (SEN), pubblicato il testo del documento finale

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Riduzione dei costi energetici, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia.

Sono questi i quattro obiettivi del documento di Strategia Energetica Nazionale (scaricalo da qui) che il Ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera e il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini hanno approvato venerdì scorso attraverso un decreto interministeriale (scaricalo da qui).

CLINI: IL NUOVO PARLAMENTO POTRA’ MODIFICARE IL TESTO. La firma del decreto sulla SEN era stata annunciata venerdì scorso dal ministro Clini e ha suscitato polemiche da parte di esponenti politici e di associazioni ambientaliste, che contestano l’approvazione – senza un passaggio parlamentare – dell’importante documento da parte di un governo in scadenza (leggi tutto). Clini ha però precisato che “il decreto interministeriale firmato chiude una procedura, dopo la consultazione pubblica, finalizzata a fornire un Documento programmatico al Parlamento. Questo Documento è stato concluso in maniera assolutamente trasparente e ha valore programmatico e il governo lo propone in quanto aveva il dovere di chiuderlo: è chiaro che il nuovo Parlamento sarà libero di recepirlo e modificarlo”.

AMPIA CONSULTAZIONE PUBBLICA. La nuova Strategia energetica nazionale è il frutto di un ampio processo di consultazione pubblica, avviata a metà ottobre con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del documento di proposta e proseguita con il confronto fino a dicembre di tutte le istituzioni rilevanti (Parlamento, Autorità per l’Energia e Antitrust, Conferenza Unificata, Cnel, Commissione Europea) e di oltre 100 tra associazioni di categoria, parti sociali e sindacali, associazioni ambientaliste e di consumatori, enti di ricerca e centri studi. Sono stati inoltre ricevuti oltre 800 suggerimenti e contributi da cittadini e singole aziende attraverso la consultazione pubblica che si è svolta on-line sul sito web del Ministero dello Sviluppo economico.

LE MODIFICHE RISPETTO AL TESTO INIZIALE. Rispetto al documento posto in consultazione ad ottobre, sono stati recepiti numerosi contributi. Tra i più rilevanti, si menzionano:

– Una maggiore esplicitazione delle strategie di lunghissimo periodo (fino al 2050), in coerenza con la Roadmap di decarbonizzazione europea, e delle scelte di fondo per la Ricerca e Sviluppo

– Una quantificazione dei costi e benefici economici della strategia per il Sistema, in particolare per i settori elettrico e gas

– Una definizione più precisa delle Infrastrutture Strategiche gas, con particolare riferimento al dimensionamento di nuovi impianti di stoccaggio e di rigassificazione, con garanzia di copertura costi in tariffa, necessari per garantire l’allineamento strutturale dei prezzi gas a quelli UE e a fare fronte alle accresciute esigenze di sicurezza delle forniture (in uno scenario geopolitico sempre più complesso)

– Una più precisa descrizione delle misure di accompagnamento alla cosiddetta grid parity delle Rinnovabili elettriche (segnatamente del Fotovoltaico), una volta terminato il sistema incentivante attuale

– Una migliore definizione degli strumenti previsti per accelerare i miglioramenti nel campo dell’efficienza energetica (es. certificati bianchi, PA, standard obbligatori, certificazione)

– Una più chiara definizione dei possibili miglioramenti della governance del settore

In una nota il Mise spiega che le azioni proposte nella strategia energetica – che ha un doppio orizzonte temporale di riferimento: 2020 e 2050 – puntano a far sì che l’energia non rappresenti più per il nostro Paese un fattore economico di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare, tracciando un percorso che consenta al contempo di migliorare fortemente gli standard ambientali e di ‘decarbonizzazione’ e di rafforzare la nostra sicurezza di approvvigionamento, grazie ai consistenti investimenti attesi nel settore.

I RISULTATI ATTESI AL 2020. Secondo il Mise, la realizzazione della strategia proposta consentirà un’evoluzione graduale ma significativa del sistema ed il superamento degli obiettivi europei “20-20-20”, con i seguenti risultati attesi al 2020 (in ipotesi di crescita economica in linea con le ultime previsioni della Commissione Europea):

– Significativa riduzione dei costi energetici e progressivo allineamento dei prezzi all’ingrosso ai livelli europei. In particolare, è possibile un risparmio di circa 9 miliardi di euro l’anno sulla bolletta nazionale di elettricità e gas (pari oggi a circa 70 miliardi). Questo è il risultato di circa 4-5 miliardi l’anno di costi addizionali rispetto al 2012 (legati a incentivi a rinnovabili/efficienza energetica e a nuove infrastrutture), e circa 13,5 miliardi l’anno di risparmi includendo sia una riduzione dei prezzi e degli oneri impropri che oggi pesano sui prezzi (a parità di quotazioni internazionali delle commodities), sia una riduzione dei volumi (rispetto ad uno scenario di riferimento inerziale).

– Superamento di tutti gli obiettivi ambientali europei al 2020. Questi includono la riduzione delle emissioni di gas serra del 21% rispetto al 2005 (obiettivo europeo: 18%), riduzione del 24% dei consumi primari rispetto all’andamento inerziale (obiettivo europeo: 20%) e raggiungimento del 19-20% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi finali lordi (obiettivo europeo: 17%). In particolare, ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico al pari del gas con un’incidenza del 35-38%.

– Maggiore sicurezza, minore dipendenza di approvvigionamento e maggiore flessibilità del sistema. Si prevede una riduzione della fattura energetica estera di circa 14 miliardi di euro l’anno (rispetto ai 62 miliardi attuali, e -19 rispetto alle importazioni tendenziali 2020), con la riduzione dall’84 al 67% della dipendenza dall’estero. Ciò equivale a circa 1% di PIL addizionale e, ai valori attuali, sufficiente a riportare in attivo la bilancia dei pagamenti, dopo molti anni di passivo.

– Impatto positivo sulla crescita economica grazie ai circa 170-180 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi). Si tratta di investimenti privati, solo in parte supportati da incentivi, e con notevole impatto in termini di competitività e sostenibilità del sistema.

7 PRIORITA’. Per il raggiungimento di questi risultati la strategia si articola in sette priorità con specifiche misure concrete a supporto avviate o in corso di definizione:

– La promozione dell’Efficienza Energetica, strumento ideale per perseguire tutti gli obiettivi sopra menzionati e su cui il potenziale di miglioramento è ancora significativo.

– La promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l’Europa e con prezzi ad essa allineati, e con l’opportunità di diventare il principale Hub sud-europeo.

– Lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, per le quali intendiamo superare gli obiettivi europei (‘20-20-20’), contenendo al contempo l’onere in bolletta.

– Lo sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo, efficiente (con prezzi competitivi con l’Europa) e con la graduale integrazione della produzione rinnovabile.

– La ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio.

– Lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale.

– La modernizzazione del sistema di governance del settore, con l’obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i nostro processi decisionali.

L’IMPORTANZA DELLE ATTIVITA’ DI RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO. In aggiunta a queste priorità, soprattutto in ottica di più lungo periodo, il documento enfatizza l’importanza e propone azioni d’intervento per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico, funzionali in particolare allo sviluppo dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e all’uso sostenibile di combustibili fossili.

IL PARERE DEGLI AMBIENTALISTI. Secondo gli ambientalisti (Greenpeace, Legambiente e WWF), stando a un primo esame, la Strategia Energetica Nazionale non è sostanzialmente modificata rispetto al documento originario, ma rende palese un vero e proprio abominio: quello di togliere il sostegno pubblico (dei consumatori) alle rinnovabili per darlo alla costruzione dei rigassificatori. Pur avendo apparentemente accolto elementi suggeriti da molti nelle consultazioni (riferimenti all’obbiettivo di decarbonizzazione al 2050), li pone a mo’ di corollario e non in un vero e proprio percorso a tappe, rendendoli del tutto ininfluenti.

“Nel documento – affermano le associazioni in una nota congiunta – si paventa la volontà di togliere dalla bolletta ulteriori forme di sostegno alla crescita delle rinnovabili, mentre invece si vorrebbe porre a carico dei consumatori le spese per i rigassificatori e per il cosiddetto hub europeo del gas, un hub che l’Europa non ha mai detto di volere e certo non giustificato dalla domanda interna (in decrescita). Questi sussidi si andrebbero ad aggiungere alle centinaia di milioni che vengono reperite in bolletta e distribuite ogni anno alle cosiddette “fonti energetiche assimilate” CIP 6, alle centrali a olio combustibile dell’Enel, per la dismissione ormai trentennale del nucleare ecc. Insomma, un’ulteriore regalia alle lobby fossili. Per di più si mantiene stabile la quota di carbone (oggi in aumento) invece di essere conseguenti rispetto agli obiettivi ambientali proclamati e dichiarare la volontà di dismissione delle centrali, a cominciare da quelle più inquinanti”.

“Il problema concludono – rimane quello di non aver operato una vera scelta a favore di un modello basato su rinnovabili ed efficienza, e quindi di non individuare una vera e propria strategia di transizione, come sta invece avvenendo in Germania. Per questo la Strategia finisce per essere solo un modo per sostenere i soliti noti e non intaccare, anzi favorire gli interessi delle grandi lobby dei combustibili fossili”.


TESTO MIGLIORATO PER APER-ASSOSOLARE
Più ottimistiche, invece, le posizioni di APER (Associazione Produttori Energia Rinnovabile) e Assosolare che sottolineano come, in alcuni punti, il nuovo ha apportato alcuni miglioramenti; tra questi una maggiore enfasi sulle traiettorie di decarbonizzazione post 2020, una chiara indicazione, come avevamo richiesto, affinché il nostro Paese assuma su questi aspetti un ruolo guida in Europa, e l’auspicata introduzione dell’analisi costi-benefici, per quantificare gli impatti della Strategia sui settori elettrico e del gas.

Continua invece a mancare, secondo le due associazioni, l’indicazione degli strumenti attuativi per raggiungere gli obiettivi. In particolare, la mancanza di misure efficaci, sia per accompagnare il settore delle rinnovabili alla grid parity, sia per accelerare la piena integrazione delle rinnovabili nel mercato elettrico. In entrambi i casi il documento fornisce qualche suggerimento, ma non una visione organica di medio periodo. Nel settore elettrico non viene chiarito come uscire dalla situazione di overcapacity che costituisce un elemento di forte contrapposizione di interessi tra le fonti rinnovabili e le fonti convenzionali.

Fonte: Casa e Clima

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